Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA &
ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE -
Anno XX – 03 giugno 2023.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la
sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia
del testo: BREVI INFORMAZIONI]
Cosa
accade nel cervello schizofrenico durante le allucinazioni verbali uditive. Studiando 34 pazienti
schizofrenici in resting state con
allucinazioni verbali uditive (sentire voci in assenza di stimoli acustici)
resistenti al trattamento, Huichang Qian e colleghi
hanno rilevato una disconnessione funzionale interemisferica. L’insieme dei
dati ricavati dal confronto con schizofrenici senza allucinazioni verbali e con
un gruppo di controllo senza disturbi, suggerisce che la disconnettività
tra regioni omotopiche del cervello possa avere un ruolo rilevante e specifico
nel meccanismo che genera l’allucinazione. [Cfr. Neuropsychiatry
Clin Neurosci. Jun 1, 2023].
Tossina
botulinica: scoperto il meccanismo molecolare del danno sinaptico. L’estrema potenza letale delle neurotossine
dei clostridi botulinico e tetanico è mediata dalla loro alta affinità e
specificità per i neuroni colinergici periferici e, nel caso della tossina tetanica,
dal trasporto assonale retrogrado ai neuroni inibitori del SNC, con paralisi
mortale. La neurotossina botulinica di tipo A si lega a due recettori della
membrana neuronica: PSG e SV2, ma finora non si conoscevano altri aspetti del
meccanismo molecolare. Merja Joensuu
e colleghi hanno scoperto che la tossina botulinica A interagisce
simultaneamente col complesso preassemblato PSG-Syt1 e SV2, facilitando il nanoclustering di Syt1-SV2 che controlla l’endocitosi
della tossina nelle vescicole sinaptiche. [Cfr. The EMBO Journal e112095,
2023].
La
fibromialgia causa alterazioni strutturali e funzionali del cervello. La fibromialgia, una forma di
dolore cronico che ha a lungo sfidato ricercatori e neurologi impegnati nella
terapia del dolore, causa nei pazienti la riduzione volumetrica della materia
grigia delle aree impegnate nell’elaborazione del dolore e determina un’alterazione
della trasmissione dei segnali all’interno del talamo. Sembra che queste alterazioni
siano potenzialmente reversibili, soprattutto se il paziente conserva elevati
livelli di attività e salute mentale. Lo studio, condotto da Martin Diers e Benjamin Mosch ha usato
tecniche di MRI-DTI per studiare 23 pazienti affette. [Cfr.
Mosch B. et al. Arthritis Research & Therapy 25:
81 – AOP doi: 10.1186/s13075-023-03064-0, 2023].
Parkinson:
crescente preoccupazione per l’eziologia da tossici e inquinanti ambientali. La settimana scorsa abbiamo
pubblicato una notula [Malattia di Parkinson (PD): evidenza eziologica per
il tricloroetilene (TCE)] che propone l’evidenza di malattia di Parkinson causata
da esposizione a trielina (TCE). Abbiamo ricevuto richieste di indicazione dei
motivi per cui si richiede una sorveglianza preventiva anche nelle aree in cui
non vi è contaminazione del suolo e dell’acqua.
La
TCE si presenta come un liquido incolore che ha la proprietà di attraversare
rapidamente le membrane biologiche e in passato si è impiegata come anestetico
generale d’inalazione per donne in travaglio e bambini. I rischi derivano dalla
sua onnipresenza: si usa nel processo di decaffeinizzazione del caffè, nella
lavatura a secco, nella pulitura dei tappeti, come smacchiatore e sgrassatore, è
in molti cibi industriali e, negli USA, è stata trovata in un terzo delle acque
potabili. Purtroppo la TCE è stata reperita anche nel latte di donne in
allattamento e in sangue e urine di ambo i sessi. Anche se si ritiene che il
problema maggiore sia la sua persistenza al suolo e nell’acqua e che la
principale causa di contaminazione umana sia costituita dall’inalazione di
vapori che salgono dal suolo nell’aria delle zone contaminate, sicuramente un
ruolo non trascurabile per il raggiungimento delle dosi ematiche patogene è
costituito dalla sua presenza in molti alimenti e bevande. È auspicabile la sua
eliminazione dalle preparazioni industriali, ma in attesa che ciò avvenga sarà
necessario diffondere queste informazioni perché tutti possano evitare il
contatto, l’inalazione e l’assunzione. [BM&L-Italia,
giugno 2023].
Un
caso negli USA di encefalopatia spongiforme bovina (BSE) o malattia della “mucca
pazza”. Un
caso isolato della malattia da prioni (BSE) progressiva e neurodegenerativa,
che tante vittime ha mietuto in Europa per la trasmissione bovino-uomo, è stato
registrato negli USA. Si tratta della forma classica (la forma atipica,
rarissima, si sviluppa spontaneamente nel cervello anziano) dunque
presumibilmente da ingestione di foraggio contaminato. L’epidemia di BSE
scoppiata nel Regno Unito nel gennaio 1993 faceva registrare circa 1000 casi
per settimana. Negli USA il primo caso fu diagnosticato nel 2003 e, in questi
20 anni fino ad oggi, sono stati diagnosticati solo 7 casi. Questo successo è
stato attribuito al divieto assoluto negli USA di impiego di farine carnee nell’alimentazione
bovina. Il caso rilevato in South Carolina di un bovino proveniente dal
Tennessee non è fonte di preoccupazione, perché l’animale non si è mai
avvicinato ad allevamenti della filiera alimentare. È in corso uno studio per
risalire all’origine dei prioni contaminanti. [Fonte:
Harry Baker for Live Science, BM&L-International, 2023].
Quale
abilità cognitiva i dinosauri svilupparono 60 milioni di anni prima dei mammiferi? In un report di Science Daily di uno studio condotto presso l’Università di Lund
in Svezia si legge: “Capire che gli altri hanno punti di vista diversi dai tuoi
è essenziale per la socialità umana”. Posta in questi termini, la questione
sembra relativa alle opinioni su fatti della vita e, sinceramente, è proprio difficile
credere a un dinosauro che dica a un altro dinosauro la celebre frase che la
scrittrice inglese Evelyn Beatrice Hall attribuì a Voltaire: “Io disapprovo ciò
che tu dici, ma difenderò alla morte il tuo diritto di dirlo”. Ma lo studio svedese
non riguarda i “punti di vista” in senso figurato, ossia le opinioni, riguarda
piuttosto quell’automatismo che porta ad assumere la posizione di sguardo di un
altro o a seguire con la vista ciò che un altro sta seguendo.
Nella
nostra specie questo comportamento complesso – peraltro presente in poche altre
specie animali – si sviluppa tra un anno e mezzo e due anni di vita ed è detto visual
perspective taking (VPT)
e nella sua versione principale consiste nell’assumere una postura che consenta
una posizione di sguardo allineata con quella di un altro membro della propria
specie. È solo un’ipotesi che questo atteggiamento possa costituire un
precursore della metaforica assunzione di un punto di vista altrui.
Il
comportamento VPT è stato rilevato nelle grandi scimmie antropomorfe, nei corvi
e nei cani, lo studio condotto a Lund ha ricostruito, dall’anatomia comparata e
dalla paleo-anatomia comparata, che un progenitore ancestrale di tutte queste
specie, appartenente ai dinosauri in senso lato, doveva essere già in possesso
di questa abilità e, dunque, 60 milioni di anni prima dei mammiferi. [Fonte:
Lund University, BM&L-International, May 2023].
“Il
mio cervello me lo ha fatto fare!”: il determinismo biologico continua ad
affascinare.
Una corrente ideologica, che continua a riscuotere consensi fra i
neuroscienziati, sostiene il determinismo neurobiologico della volontà, quale
conseguenza di una visione integralista in ambito deterministico della funzione
psichica.
Eliezer
J. Sternberg in My brain made me do it (Prometheus Books, New York 2010) proponeva questa sequenza
logica sillogistica, ripresa da molti autori negli anni seguenti, nel perfetto
stile di quella scienza cognitiva che riteneva di indagare il cervello
studiando gli ipotetici algoritmi adoperati dalla mente per eseguire compiti
logici sperimentali definiti secondo i modelli dell’Intelligenza Artificiale:
1. I
sistemi deterministici non possono affrontare problemi senza limiti
2. Gli
esseri umani possono affrontare problemi senza limiti
3. Perciò
gli esseri umani non sono sistemi deterministici.
Dopo
questa enunciazione, Sternberg propone la sua critica a questa tesi e,
ritenendo di averla invalidata, ritorna al determinismo. Ma la questione del
determinismo biologico dei processi mentali coscienti nella realtà del vissuto
non è basata su un gioco sillogistico, ma su esperimenti che dimostrano che
nelle scelte senso-motorie elementari il cervello sa cosa farà il soggetto
prima che questo ne diventi cosciente.
L’obiezione
principale a questa visione è sempre stata la mancanza di una dimostrazione che
le scelte comportamentali fra automatismi procedurali costituiscano uno schema
universale, valido anche per i giudizi astratti basati su convinzioni religiose
o filosofiche, interiormente in evoluzione e contingentemente modulate da emozioni
e sentimenti. In realtà, le scelte deterministiche sperimentalmente provate consistono
in processi attuali relativi a comportamenti banali e schematici; al
contrario, le scelte di opinione fra due contenuti astratti, implicano l’attingere
a memorie di elaborazioni basate su principi e, anche se possono avvenire in
tempi così brevi da non consentire una nuova riflessione cosciente nel momento
presente, la scelta del cervello non si basa su stereotipi di funzione biologica
deterministica, ma sull’apprendimento pregresso.
Un
esempio, proposto al nostro seminario sull’Arte del Vivere, è quello di un
imprenditore di successo progredito attraverso una serie di affari senza
scrupoli e dedito a libertinaggio mondano; convertitosi al cristianesimo, ha
cambiato radicalmente il suo modo di pensare, scegliere ed agire, fino al punto
di finanziare l’entrata nel suo CDA di un imprenditore da lui portato in
precedenza al fallimento. In entrambe le epoche, il cervello di costui aveva
deciso qualche centinaio di millisecondi prima che la scelta divenisse cosciente,
ma il soggetto, ossia la funzione mentale diacronica del cervello, sapeva prima
del cervello esecutivo secondo quali convinzioni sarebbe stata operata la
scelta. In altri termini, chi confonde l’attualità del decision
making con la mente, ossia con l’insieme di tutti i processi psichici, può
considerare prova del determinismo biologico della mente la dimostrazione che
il cervello sa quale tasto sarà premuto da un dito prima che il soggetto ne sia
cosciente. [BM&L-Italia, giugno 2023].
Scoperti
due laboratori di imbalsamazione dell’antico Egitto a Saqqara. In un papiro egiziano (p. di
Edwin Smith), in pittogrammi geroglifici, abbiamo la più antica traccia al
mondo della parola “cervello” e una trattazione clinica di lesioni craniche che
testimonia un grado di sviluppo della medicina senza pari nel mondo antico.
Proprio questa competenza medica era indispensabile per l’arte della
realizzazione delle mummie. Nel sito archeologico di Saqqara, necropoli ricca di
tesori del passato, sono stati scoperti due laboratori, uno per la conservazione
del corpo di persone defunte, l’altro per l’imbalsamazione di animali. Si
tratta delle due sale più grandi mai rinvenute e risalgono alla trentesima dinastia
e al periodo tolemaico. All’interno sono stati rinvenuti tutti gli strumenti
necessari alle operazioni di conservazione e una grande quantità di bende. Tra gli
altri reperti rinvenuti: una collezione di statue di legno appartenute a Nesu Henu e sua moglie (V dinastia),
una bara antropoide dipinta e una collezione di “ushabti”, ossia statuette
funebri. [Fonte: Mostafa Waziri, press conference, BM&L-International,
2023].
Scoperte
5142 nuove specie di creature acquatiche in fondo al mare. Una regione dell’Oceano Pacifico
nota come Clarion-Clipperton Zone è al centro dell’interesse
internazionale per la presenza nella profondità delle acque di minerali
essenziali per la tecnologia delle energie rinnovabili. Uno studio che teneva
conto della minaccia alla biodiversità ha sintetizzato i risultati di più di
100.000 spedizioni condotte in quella regione negli anni scorsi con dati di
osservazione relativi a 5.580 specie, delle quali 5.142 sono nuove specie di
creature marine, mai viste, descritte e denominate in precedenza. [Fonte:
Chelsea Harvey, E&E News – Scientific American, 2023].
L’intelligenza
del mito di Ecate ed Empusa ci rivela una realtà dell’antica
Grecia.
Il lettore che non conosca la dea ctonia Ecate, non se ne faccia un cruccio:
anche Omero non la conosceva! La conosceva bene Esiodo, l’autore della celebre Teogonia
che descrive gli dei dell’Olimpo e costituisce il riferimento per tutte le
nozioni scolastiche ed accademiche sulla personalità e i ruoli delle divinità,
per un motivo molto semplice: Ecate è originaria della Beozia, la terra di
Esiodo.
Ecate,
il cui culto sembra sia stato importato dalla Caria, la parte di terraferma di
fronte all’isola di Rodi, costituisce una figura di passaggio dall’immaginario
primitivo, magico e poco definito degli spiriti concepiti dai popoli arcaici di
sostrato, alle identità umane caratterizzate da sentimenti, passioni, rivalità
e difetti tipici della personalità dei grandi protagonisti della mitologia greca.
Non si ha una precisa genealogia di Ecate, ma lo sforzo di trovarle genitori
adeguati ci rivela a quali simbolismi era prossima la sua rappresentazione nell’immaginario
popolare: figlia di Ceo, il titano dell’intelletto, pilastro del Nord, e di
Febe una titanessa sopravvissuta alla caduta dei
titani; secondo alcuni scrittori suo padre era Perse, secondo altri lo stesso
Zeus, e la madre sarebbe stata Asteria, la sorella di Latona;
poiché Ecate proteggeva la terra in Caria, la si chiamò “figlia di Demetra”. Un’altra
tradizione vuole che Ferea, una figlia del dio del
vento Eolo, sia stata amata da Zeus e, da questo rapporto, sia nata Ecate.
Seguiamo
la tradizione di Esiodo: Ecate, il cui nome vuol dire colei che lancia le
frecce, fu onorata da Zeus più di altre dee ed ebbe potere su cielo, mare e
terra, e quest’ultimo dominio la associa, come Persefone, al mondo dei morti
dal quale proviene il suo sapere esoterico. Ecate era invocata sempre all’inizio
dei misteri eleusini. Protettrice di trivi e quadrivi dove per tradizione si
compivano i riti magici, per la sua attività venatoria fu chiamata “l’Artemide
(Diana) dei crocicchi”.
Quando
Ecate andava a caccia impugnava una torcia, portava con sé dei segugi e aveva
un seguito, come Artemide, di vergini cacciatrici ai suoi ordini; fra queste vi
era una fanciulla bellissima col potere mutare di aspetto: Empusa,
una cacciatrice di uomini dal fascino irresistibile, capace di sedurre anche il
più serioso e restio, per poi trasformarsi in demone e, dopo aver giaciuto con
lui, divorarlo. Empusa è rappresentata come un’avvenente
ragazza con un piede di bronzo e una zampa d’asino.
Un
lungo e difficile lavoro di decodifica antropologica dei miti, avviato dall’antichistica
italiana e francese degli anni Ottanta, ha consentito in molti casi di
ricondurre le ragioni e le origini delle trame simboliche a fatti ed eventi
sociali e politici del mondo antico, riportando alla luce, come in un lavoro di
archeologia del racconto, reperti di realtà storiche. Monica Lanfredini ha
seguito questa tradizione di studi per il mito di Ecate ed Empusa.
Le
cacciatrici fedeli ad Ecate, come quelle fedeli ad Artemide, e poi nel mondo
romano a Diana, erano vincolate da due voti: il voto di castità e il voto di
segretezza, costituendo il paravento ideale per nascondere quel genere di
operazioni che negli stati nazionali moderni sono svolte dai servizi di
sicurezza. Empusa, la donna vera in origine, poi
deificata e mitizzata, era una spia infiltrata tra le vergini venatorie con l’arte
dell’etera e la missione di eliminazione di uomini considerati nemici o
pericolosi per la polis. La sua efficacia seduttiva era favorita dall’essere
creduta una vergine vincolata dal voto di castità, ma il piede di bronzo indica
simbolicamente che era falsa nel sentimento e saldamente legata al potere,
mentre la zampa d’asino simboleggia il lavoro servile, ossia il suo lavorare al
soldo del governo. Empusa naturalmente non divorava
materialmente gli uomini che cadevano nella sua trappola, ma li consegnava agli
esecutori della pena. [BM&L-Italia,
giugno 2023].
La mente medievale alle origini del
mentale moderno e contemporaneo (XIX) è una tematica che stiamo sviluppando al Seminario sull’Arte
del Vivere (v. Note e Notizie 21-01-23 Notule; Note e Notizie 28-01-23 Notule; Note
e Notizie 04-02-23 Notule; Note e Notizie 11-02-23 Notule; Note e Notizie 18-02-23
Notule; Note e Notizie 25-02-23 Notule; Note e Notizie 04-03-23 Notule; Note e
Notizie 11-03-23; Note e Notizie 18-03-23 Notule; Note e Notizie 25-03-23
Notule; Note e Notizie 01-04-23 Notule; Note e Notizie 15-04-23; Note e Notizie
22-04-23; Note e Notizie 29-04-23; Note e Notizie 06-05-23; Note e Notizie 13-05-23;
Note e Notizie 20-05-23; Note e Notizie 27-05-23) per spunti settimanali di riflessione
e discussione: qui di seguito si riportano quelli del diciannovesimo incontro.
Riprendiamo in questo incontro l’esame di alcuni
aspetti della cultura medievale adottando lo strumento del confronto tra la società
franco-germanica e quella delle città italiche.
Gli studi di paleopatologia sui reperti provenienti
dai cimiteri merovingi hanno documentato un’endogamia abituale, che nel modo
più crudo ed evidente porta alla nostra attenzione il problema delle unioni
incestuose, di antico uso tradizionale presso i popoli barbari nordeuropei,
contrapposte al sacramento del matrimonio cristiano che contribuisce a definire
una sensibilità relativa allo stile dei rapporti di coppia e una concezione
dell’architettura sociale.
I rapporti fra i sessi presso i Franchi, popolo
germanico, rimangono per secoli ampiamente dominati dall’istinto e da una
concezione incivile che considera la violenza sulla donna un modo per
soddisfare il bisogno maschile di accoppiamento. La concezione è simile a
quella che si desume dal Codice di Eurico dei Visigoti, in cui non solo la
donna vittima di abuso è considerata corrotta, ma perde anche il diritto
di proprietà sui suoi beni, come accade alla vedova che abbia un rapporto
intimo, considerato come un adulterio, o cerchi una nuova unione, considerata
una cosa “disonesta”. “La violenza a una donna libera era punita nel VI secolo,
presso i Franchi, con un’ammenda di soli 62 soldi e mezzo, ma sotto Carlomagno
salì a 200 soldi, forse perché era aumentata la frequenza del crimine”[1].
Da sempre, invece: “Presso i Gallo-Romani lo stupro
di una donna libera veniva punito con la morte, quello di una schiava facendone
pagare il valore”[2]. È importante
conoscere questa differenza, sia per rendersi conto dell’imbarbarimento dei
costumi intervenuto col dominio dei popoli gotici sia per comprendere come sia
stato più difficile l’affermarsi della concezione cristiana rispetto a quanto
accaduto nella nostra penisola. Presso i Germani non esisteva distinzione tra
la violenza sessuale, considerata invece meritevole di morte dai Romani, e l’incontinenza
lussuriosa di una coppia di giovani, ignorata dalla legge nel periodo imperiale.
Mentre per i Gallo-Romani la fuga romantica era diventata una caccia all’ereditiera
e tutt’al più equiparata al rapimento di una fanciulla consenziente, per i
Germani ogni fuga o rapimento equivaleva allo stupro e comportava la perdita di
valore della fanciulla, considerata “corrotta”.
Come per gli altri popoli di origine gotica, per i Franchi
una fanciulla non protetta da una famiglia potente o armata, se era vittima di
uno stupro diveniva “corrotta”, cacciata di casa e avviata alla prostituzione.
I popoli germanici consentivano impunemente lo stupro, ma legavano l’onore
della famiglia alla verginità delle donne, facendo questioni di “purezza del
sangue” quando una violenza sessuale causava una gravidanza. Questo brano di
Michel Rouche è particolarmente eloquente: “La verginità godeva di un primato,
di cui la legge burgunda, con la sua cura dei dettagli, è la documentazione più
certa. Se la giovane ritornava alla casa paterna «non corrotta», il rapitore
pagava una somma pari a sei volte il mund e
inoltre 12 soldi di ammenda. Se non aveva il denaro richiesto, sia che
conservava presso di sé la ragazza, sia che la restituiva, egli veniva lasciato
nelle mani dei suoceri che potevano perfino castrarlo: per una figlia perduta o
disonorata, un eunuco ridicolizzato e senza erede!”[3]
Una questione
nodale per comprendere la differenza di concezione tra barbari e popoli di
cultura romano-cristiana è nell’atteggiamento degli uomini provenienti dalle
tribù germaniche: per loro le ragazze esterne al clan sono oggetti da usare per
il proprio divertimento e da scartare e disprezzare dopo averle deflorate,
mentre le ragazze interne al clan sono da considerarsi rispettabili e da sposare.
E questo ci riporta alla questione dell’incesto, che così duramente ha sfidato e
impegnato la Chiesa in queste terre europee durante i secoli cristiani. Sono in
programma nuovi studi sul DNA dei resti rinvenuti dai cimiteri merovingi, ma
quanto è già noto è sufficiente a comprendere che in origine quelle popolazioni
non avevano nemmeno l’equivalente del tabù, che gli antropologi avevano scoperto
nei popoli primitivi molto tempo prima delle magistrali ricostruzioni alla luce
del paradigma strutturalista compiute da Claude Levi-Strauss nel celebre saggio
Le strutture elementari della parentela[4].
È difficile stilare una graduatoria di importanza
fra le ragioni adottate a sostegno del matrimonio tra consanguinei, anche
perché probabilmente sono esistite differenze locali, di gruppo e di circostanza,
ma la ragione di non dividere con altre famiglie, clan e stirpi i beni, il
patrimonio, le terre e il potere militare, equivalente del nostro potere
politico, rimane la più evidente e, apparentemente, la principale. In epoca
cristiana, poiché il matrimonio sacramentale costituiva l’unico modo per
ottenere il riconoscimento legale dell’unione, i Franchi potevano dichiarare
falsi genitori per uno dei due sposi per eludere il divieto, cosa non
particolarmente difficile in una realtà in cui non esistevano l’anagrafe, i
documenti di identità e altri mezzi di accertamento oggettivo della parentela.
I fratelli diventavano cugini e, sfruttando le omonimie diffusissime, si
potevano spacciare per estranei dei parenti stretti.
La Chiesa ingaggia un’aspra battaglia durata secoli
contro questo costume e, per riuscire a vincere gli artifici truffaldini,
estende il concetto di incesto, dal significato più restrittivo di unione tra fratello
e sorella o tra un genitore e un figlio, ad altri gradi di parentela e legame,
prendendo le mosse da San Paolo che, nella Prima Lettera ai Corinzi (5,
1), chiama incestuosa l’unione con la moglie del padre, e definisce incestuosi
i rapporti con figliastri, sorellastre, fratellastri, e così via, ma anche con
cugini e cognati, includendo dunque anche le parentele acquisite e non solo
quelle genetiche. Sotto l’effetto della predicazione e dei penitenziali, si
ottiene che i Burgundi stigmatizzino un matrimonio con “una parente o una
sorella della moglie”[5]. Presso
i Franchi si cominciano a considerare “scellerate” le nozze con “la figlia di
una sorella o di un fratello, la moglie di un fratello o di uno zio”[6], andando
teoricamente oltre la stessa tradizione ebraica, che prevedeva il dovere del
fratello celibe di sposare la cognata divenuta vedova. Ma, di fatto, si tratta
solo della deprecazione da parte di coloro che avevano acquisito una
sensibilità più civile, mentre continuavano a verificarsi nozze tra
consanguinei e tra parenti acquisiti, fino a quando Childeberto
II (575-595), sovrano dei Franchi, recependo l’istanza della Chiesa, in un
editto della fine del VI secolo dichiarò queste nozze “marchiate di infamia” e
impose la separazione dei due contraenti “incestuosi”.
Nel suo editto Childeberto
II, con l’intento di sbarazzarsi definitivamente di questi usi tribali, andò
molto oltre, stabilendo che gli incestuosi, dopo la scomunica ecclesiastica,
fossero dichiarati fuori legge, esponendoli al rischio di essere uccisi
impunemente, e ordinando ai conti di uccidere tutti coloro che si rendevano
responsabili di rapimento[7].
Il modo di procedere della Chiesa rimane invece
prudente e misericordioso, condannando severamente il peccato, ma
preoccupandosi di ottenere il pentimento del peccatore per elargirgli sempre il
perdono, come aveva comandato Gesù Cristo. A questo fine si adottavano i
penitenziali che, in assenza della confessione individuale, auricolare e
segreta, istituita solo nel 1251, costituivano degli strumenti per ottenere il
perdono attraverso specifiche pratiche di espiazione.
Leggendo i penitenziali ci rendiamo conto di un altro
aspetto che per secoli aveva segnato una differenza tra i popoli diretti eredi
della tradizione greco-romana, su cui si era innestata la spiritualità
cristiana, e i popoli barbari: i primi avevano, come già nell’antica Grecia, il
talamo nuziale; i secondi avevano un grande letto comune in cui si dormiva in
promiscuità. In proposito, Rouche scrive:
“Non fa meraviglia dunque trovare in un penitenziale
la frase seguente: «Se, durante l’assenza della tua sposa, a tua insaputa, la
sorella di tua moglie, anch’essa ignara, entra nel tuo letto ed hai un rapporto
intimo con lei, credendo che si tratti di tua moglie…»: doveva trattarsi di un
incidente molto diffuso, grazie all’oscurità con cui la notte avvolgeva il
letto comune”[8].
Nonostante la determinazione di Childeberto
II, il costume delle nozze incestuose permane a lungo per molte ragioni, prima
fra tutte la presenza di matrimoni incestuosi nelle famiglie di coloro che
dovevano denunciare e punire i responsabili del reato. Non si dimentichi che la
madre di Childeberto II era Brunechilde, principessa
dei Visigoti, popolo barbaro che non riconosceva l’incesto ed era solidamente
endogamico: “Bisognò attendere l’età carolingia e il Concilio di Magonza dell’814
perché quei matrimoni impuri cominciassero a scomparire”[9].
Durante quei secoli i Franchi, come altri popoli
gotici, avevano imparato che costituire le famiglie sulla base di principi
morali assoluti e condivisi consente l’edificazione di una società che può
prescindere dalla struttura tribale basata su legami di sangue e difesa armata
della proprietà e dell’identità. Ma, allo stesso tempo, insieme con tutti gli
altri popoli di origine barbara, non rinunceranno mai del tutto alle proprie
tradizioni e diffonderanno lo stile delle famiglie armate e combattenti in
tutta Europa. [BM&L-Italia, giugno 2023].
Notule
BM&L-03 giugno 2023
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La
Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International
Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze,
Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale
94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] Michel Rouche, L’Alto Medioevo
occidentale in La vita privata dall’Impero romano all’anno Mille (a cura
di Philippe Ariès & Georges Duby) p. 354, CDE (su licenza G. Laterza e
figli) Milano 1986.
[2] Michel Rouche, op. cit., idem.
[3] Michel Rouche, op. cit., p. 355.
[4] Claude Lévi-Strauss, Le strutture elementari della parentela (1949), Feltrinelli, Milano 2021.
[5] Michel Rouche, op. cit., p. 355.
[6] Michel Rouche, op. cit., idem.
[7] Cfr. Michel Rouche, op. cit., idem.
[8] Michel Rouche, op. cit., p. 356.
[9] Michel Rouche, op. cit., p. 356.